mercoledì 13 giugno 2007

Operazione Anti-Phishing

Chiunque abbia un conto corrente bancario, postale, ma anche una semlicissima carta poste pay, conosce bene la pesantissima scocciatura di dover sopportare di ricevere decine e decine di email fasulle e spam vario nelle quali si intima di accedere ai servizi on line, riconfermare i propri dati personali per dei non meglio specificati controlli e così via. Pena? Il blocco immediato del credito della carta o perdita dei privilegi a cui l’utente è legato a seconda del servizio di cui usufruisce... ovviamente tutto finto e strafinto.

Poste Italiane ha cercato di istruirci a combattere questo tipo di frode on line, il così detto Phishing, ma quelli che ci cascano sono ancora in molti. Del resto i contraffattori sono diventati sempre più abili e forse le persone meno attente.

Proprio oggi si è conclusa un’operazione avviata dalla polizia di Milano dalla quale ne è risultato il blocco di transazioni sospette per circa 230 mila euro. La notizia è stata prontamente seganalata sul sito http://www.anti-phishing.it/news/articoli/news.27012006.php in cui si espongono tutte le cifre e i particolari. I coinvolti e danneggiati sono praticamente tutti i maggiori istituti di credito italiani che permettono agli utenti la gestione on line del proprio conto bancario.

Le richieste sempre le stesse: conferma di ID e password per l’aggiornamento dei database della banca nonostante le banche e le poste non chiedano MAI agli utenti di inserire i propri dati via email su richiesta.

Il sequestro del denaro e la valanga di denunce avute nell’ultimo anno non è altro che la punta dell’iceberg di una situazione molto più ampia che spesse volte supera i confini nazionali.

Le raccomandazioni sono semplici e fondate: controllare i movimenti di denaro del proprio conto, carte ecc, non rispondere a email che richiedono urgentemente l’inserimento dei propri dati personali in internet o spedirli via posta elettronica e fare attenzione ai loghi degli istituti tributari che sono identici o comunque abilmente contraffatti.

Si dovrebbe fare questo tipo di pulizia ogni anno o ogni sei mesi. Che bello. Ogni tanto una bella tornata da parte della questura a scoprire qualche altarino e vivremmo tutti più sereni. Rimane una delle tante insidie di internet... o almeno di chi se ne approfitta.

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