venerdì 15 giugno 2007

In Cina censurato I Pirati dei Caraibi 3

La Cina di Mao non muore. Sotto il torchio della censura questa volta è finito “I Pirati dei Caraibi 3”, il film che ha sbancato i botteghini di tutto il mondo assieme a Spiderman 3.

In linea di massa la pellicola non contiene scene particolarmente feroci, il linguaggio non è spropositato, per niente volgare, non ci sono scene di sesso (finalmente) nè ammiccamenti etero e omosessuali, la storia è accattivante e i personaggi meravigliosamente inconfondibili. Eppure non va bene.

I censori hanno ritenuto che l’immagine data dal noto attore cinese Chow Yun-Fat del personaggio del pirata Sao Feng sia inappropriata e soprattutto denigratoria nei confronti del popolo asiatico. Visto come uno spietato aguzzino, Sao Feng riporta la consolidata prova della demonizzazione della figura del cinese e, secondo la censura, si vede necessario un sostanziale taglio nelle apparizioni del pirata interpretato da Chow Yun-Fat. Detto fatto: le apparizioni integrali e incentrate sul personaggio del film erano originariamente di 20 minuti (già non molto per un film che va per le 3 ore) e adesso, dopo l’immediato intervento di taglio e cucito, si è arrivati a 10 in totale.

A questo punto i pareri si dividono: da una parte i censori e i giudici soddisfatti del loro lavoro; dall’altra gli spettatori, che hanno visto la decisione un po’ troppo rigida e addirittura controproducente ai fini della comprensione dell’intera pellicola.

Insomma, è difficile che uno qualunque di noi, guardando “I Pirati dei Caraibi 3” possa anche lontanamente scandalizzarsi e nel bel mezzo del film pensare: “Accidenti! Questo demonizza davvero la figura dei cinesi!”.

Ma dove? Quando? E soprattutto perchè? I film rappresentano qualuque cosa! Non perchè un attore cinese ha avuto la parte del cinico, va a far male ad un’intera etnia!

Magari ci ripenseranno... mi sembra davvero un’esagerazione, o no?

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