venerdì 29 giugno 2007

Smartphone by Linux

Si è sentito molto parlare del modello Neo1973, lo smartphone dal sistema operativo Linux, ma sin dal vociare della sua messa in produzione, l’evento è andato sempre più slittando; ora la data di uscita sembra sempre più concreta e si può dire con una certa ufficialità che sarà quasi sicuramente il prossimo ottobre (a parte imprevisti come ne sono già successi). Basti pensare che sono già 400 gli esemplari in fase di testing e dalle prossime settimane ne arriveranno ancora altri 600.

Neo1973 adotta una distribuzione Linux appositamente studiata per nascere come come alternativa ai sistemi operativi attualmente tra i più popolari come Symbian e Windows Mobile, ovvero la distribuzione OpenMoko.

L’annuncio dell’uscita di questo smartphone arriva proprio in concomitanza dell’effettiva messa in commercio del già celeberrimo i-Phone di casa Apple, tanto da conquistarsi così presto la seconda posizione accanto al prodotto della Mela. Al livello meramente tecnico vince l’i-phone che, provvisto di fotocamera (al contrario del Neo1973), non lascia la possibilità di modificare la piattaforma dello smartphone cosa che invece molte distribuzioni Linux fanno per professione.

Il prezzo del Neo1973 è relativamente più basso dell’i-phone, ma come quest’ultimo, ne esistono di due tipi: quello più economico di 300 dollari (circa 220 euro) e quello più costoso di 450 dollari (circa 330 euro).

L’interfaccia sarà particolarmente pratica da utilizzare e soprattutto molto accattivante grazie ad una grafica un po’ scontata ma molto d’effetto basata su toni metallici e lucenti. Di immediato uso, sembra aver conquistato ancora prima della sua uscita, tutti quei programmatori e non che vogliono personalizzare e mettere mani qua e là nel sistema per renderlo assolutamente originale.

Il punto di forza del Nuo1973 è dunque l’apertura alle modifiche grazie al suo carattere opensource in contrapposizione alla staticità dell’i-phone e per di più ad un prezzo decisamente più modico. C’è anche da dire che probabilmente il pubblico a cui è rivolto è diverso da quello della Apple: chi bada più a chi si vuole divertire con musica e filmati, chi invece pensa agli smanettoni che vogliono plasmare il codice e personalizzare il tutto.

Lo smartphone by Linux è senza dubbio una piacevole sorpresa, soprattutto per chi se ne intende (ma penso anche per chi lo vede come un comune palmare).

Ora non resta che attenderne l’uscita e vedere effettivamente come si comporta, ma a quanto pare, sembra proprio che non deluderà le aspettative.

Sempre più cellulari nel mondo

 3 miliardi di cellulari previsti per la fine del 2007

Impensabile farne a meno. Il successo del cellulare, prima status symbol riservato a pochi privilegiati e oggi accessorio necessario e versatile alla portata di tutti, sembra aumentare giorno dopo giorno.

Ipotizzare un crollo delle vendite nel campo tecnologico o delle casse dei gestori che offrono sempre più servizi agli utenti, sarebbe un evento catastrofico. Ma niente paura. Il mercato della telefonia mobile procede la sua espansione a grandi passi.
E il rapporto pubblicato da The Mobile World, azienda di analisi britannica specializzata nelle ricerche di mercato, parla chiaro.

Se fino a marzo 2007 le vendite hanno registrato 240 milioni di cellulari con un numero di 135 milioni di abbonati, il futuro si arricchirà di nuovi utenti. Si prevede infatti che, entro la fine dell’anno, più di 3 miliardi di persone disporranno di un cellulare. Metà della popolazione mondiale sarà così fruitore della telefonia mobile, un grande universo che annualmente vede crescere i numeri degli abbonamenti e degli introiti.

Cina, India e Africa, sino ad oggi in disparte, si adegueranno ai tempi moderni. E’ grazie a loro, rivela il rapporto presentato due giorni fa, che aumenteranno le richieste. Il tutto sarà semplificato anche dal lancio di modelli low-cost di giganti come Nokia e Motorola.

Il cellulare intanto continua la sua ascesa da protagonista. Modelli sempre più tecnologici che, oltre a permettere videochiamate e l’acquisizione dal web di contenuti multimediali, stupiscono per notizie curiose.
Stilisti e aziende mondiali, tra quest’ ultime la Jaguar, che firmano design accattivanti; cellulari che rivelerebbero l’imminente arrivo di fulmini; modelli flessibili che si arrotolano come giocattoli di gomma. Proprio ieri parlavano sulle nostre pagine del cellulare che si alimenta a energia solare.
Il catalogo è veramente ampio. E ora c’è anche Mopay, il sito che dona la giusta sepoltura ai cellulari sorpassati. Basta scegliere le frasi suggerite dal portale per il triste congedo, stampare il PDF che si ottiene e conservarlo in ricordo dei bei tempi andati.

Qualcuno però rimpiange il telefonino di un decennio fa. Esteticamente poco gradevole, dal peso forse eccessivo, ma dall’uso facile e intuitivo che aveva un unico scopo. Quello di telefonare.

giovedì 28 giugno 2007

Nasce il primo cellulare a energia solare

Si sa bene che appena arriva una bella novità nel campo della tecnologia, la maggior parte delle volte viene dall’Oriente. L’ultima trovata infatti arriva direttamente dalla Cina, per adesso fa sorridere ma i presupposti sono ottimi.

Si parla del primo cellulare auto alimentato ad energia solare, si chiama S116 e per adesso si è fatto conoscere solo attraverso pubblicità varia, ma sembra che vedrà la luce molto presto. Il Paese tester sarà in questo caso la Cina e almeno all’inizio si eviterà di esportarlo per non cominciare da subito una guerra con gli altri produttori che vogliono imitarlo e scansare un eventuale flop vedendo come si comporta nel solo Paese che l’ha prodotto e quindi correggerlo prima di diffonderlo.

Il cellulare solare nasce per risolvere quel fastidiosissimo problema di trovarsi con la batteria scarica proprio quando ce n’è più bisogno: con la luce del sole questo intoppo non esisterà più, assicura la casa produttrice Hi-Tech Wealth, visto che il dispositivo riesce a caricarsi anche con la luce di una candela, di un lampadario o di una giornata nuvolosa. Ovviamente la velocità di ricarica dipende dalla potenza della fonte luminosa.

Il prezzo è attualmente di circa 500 dollari... e già qui nascono le prime polemiche perchè con quella cifra ci si potrebbe già comprare il futuro nato i-phone di casa Apple, ma qui la situazione è totalmente diversa: finalmente si potrà avere a disposizione un cellulare che usufruisca di una fonte di energia inesaurubile.

Per adesso comunque il telefonino non si dimostra particolarmente potente, ma essendo praticamente neonato, la Hi-Tech Wealth promette ovvi miglioramenti del sistema: ora come ora per circa quaranta minuti di conversazione è necessario esporre il S116 alla luce solare non meno di un’ora... beh tantino. I miglioramenti arriveranno di certo, ma quello che fa piacere sentire è finalmente l’interesse a cambiare un po’ strada e utilizzare queste fonti continue e non inquinanti.

Dalla Cina con furore, quindi! Se le cose andranno bene come ci si aspetta, tra un annetto potremo godere anche noi di un simile accessorio, finalmente utile e pratico, non le solite cose assurde che poi non si riescono neanche a usare e non servono neanche a molto! Non resta che aspettare!

mercoledì 27 giugno 2007

Arriva l’i-Phone: è il delirio

Questa volta la trovata giusta sembra averla fatta la Apple. Già da un po’ si sentiva vociferare dell’i-Phone, ma fino ad ora non se ne era parlato più di tanto, si pensava ad un progetto come quello del Google Phone di cui si vocifera da mesi ma che sembra non verrà dato alla luce per adesso.

L’i-Phone nascerà presto invece: venerdì per l’esattezza. Quello che sorprende è l’atmosfera di ansia e la corsa sfrenata a vederlo che è riuscita a creare la Apple che forse non si aspettava un’accoglienza tanto calorosa. L’accessorio vanta enormi comodità e soprattutto un’incredibile praticità d’uso grazie allo schermo sensibile al tocco senza nessun bisogno del pennino, si potrà ascoltare musica, vedere filmati, accedere a contenuti multimediali in genere come audiolibri o veri e propri programmi televisivi. Tutte le comodità vanno di pari passo col prezzo: 499 dollari il modello da 4 GB e 599 quella da 8 GB escluse le tariffe per usare l’i-Phone non solo come un giochino ma anche come un cellulare: per queste si parte dal minimo di 59.99 dollari al massimo di 219.99, la tabella con i relativi prezzi è esposta qui cliccando sulla sezione Activation/Plans/Services in basso a destra (in inglese ma le cifre non hanno bisogno di commenti) ed è valida per la partnership che la Apple ha intrapreso col gestore telefonico AT&T. E poi bisogna pagare 36 dollari per attivare il prodotto... altri 170 circa nel caso si voglia recedere... e il recesso non deve avvenire prima di 2 anni dalla data di acquisto... altrimenti: penale! Insomma con 700 dollari scarsi si avrà un gioiellino... come se fosse poco!

Ora, il brutto è un altro. Il brutto è sapere che in America l’uscita dell’i-phone sia prevista ufficialmente il 29 giugno... e le persone fanno già la fila fuori dagli Apple Store! Con due giorni di anticipo! Ma non fanno così neanche per i concerti col tutto esaurito! Poi ci sono i anche i dritti che si vendono a peso d’oro la propria posizione nella coda. Qui si rasenta l’inimmaginabile, la fretta e la furia di trovarsi ad essere i primi ad averlo... quando invece si potrebbe aspettare anche solo qualche mese per vederlo svalutato già di un centinaio di dollari, farlo testare ben bene ai primi che l’hanno comprato così si trovano tutti i bugs o intoppi vari e quando si va a comprarlo un po’ dopo, è bello che perfezionato!

Tutte le informazioni sono reperibili dal sito http://www.apple.com/iphone/ . Purtroppo il sito è disponibile solo inglese visto che il sito ufficiale della Apple italiano non ne parla data l’uscita dell’iphone solo in America, almeno per il momento.

Ora aspettiamo che arrivi anche in Italia... chissà che non cominceranno a fare la fila da adesso.

martedì 26 giugno 2007

La Malware-Psychology

Non che ce ne fosse bisogno, in linea di massima lo si sapeva già, ma ora la situazione comincia ad assumere una piega preoccupante. Si parla dei malware che, se prima erano dei semplici truffatori che approfittavano dell’ingenuità dell’ignaro utente, ora sono diventati degli esperti psicologi che riescono a scrutare negli animi facendo leva sugli istinti più bassi delle persone che cercano maggiori profitti, amore (o più frequentemente, sesso) e appuntamenti vari.

Lo scopo è sempre lo stesso: portare l’utente a cliccare link, aprire allegati e così via, ma queste sono le vie più riconoscibili e quindi relativamente evitabili a seconda dell’esperienza dell’utente. Fin qui le cose sono più o meno semplici: quando si vede una mail sospetta, ad esempio, mai accedere ai contenuti del sito che segnala o, peggio ancora, lasciare i propri dati personali. Perfetto. Il trucco comincia ad essere svalutato e sono sempre meno le persone che ci cascano... e quindi? Il lavoro dei malware non si può fermare ad un intoppo del genere e proprio per questo motivo entra in campo tutta la psicologia umanista che sembrerebbe estranea ad un cyber-truffatore. Se una banca con un nome incomprensibile vi manda una mail scritta totalmente in tedesco e poi spunta un link... beh, difficilmente inseriremmo codici nel sito indicato, è ovvio.

Ma se la mail è di un vostro caro amico che avete perso di vista da molti anni? Magari, nel piacere di parlare si cominciano a raccontare i propri guai e anche lui racconta i suoi, proprio come farebbero due amici. Attenzione! Questo non vuol dire che i vostri amici spargano malware per la rete, ma che la persona che vi vuole danneggiare è riuscita ad avere informazioni utili su alcuni fatti del vostro passato e si presenta come un mittente plausibile di cui vi fidate ciecamente. Qui, il cyber-criminale fa leva su argomentazioni forti come la paura e l’insicurezza facendo in modo che il malcapitato gli si senta vicino e raggiunga un tale rapporto di fiducia e comprensione da portarlo a confrontarsi attivamente con lui e rilasciare informazioni a cuor leggero, senza preoccupazioni.

Non più semplice pubblicità accattivante, quindi, ma vere e proprie maschere verosimili per non destare il minimo sospetto. Un modo in meno per potersi difendere e un bel vantaggio per i diffusori di malware che non devono più trovare il modo di eludere i programmi di sicurezza adatti e arrivare direttamente al destinatario.

Come se non fossimo già abbastanza in pericolo... e intanto il fenomeno cresce!

La cultura è giovane


La cultura sopravvive grazie ai giovani. Questi i risultati emersi ieri a Roma alla presentazione del quarto rapporto Federculture.

Nel 2006 infatti, i ragazzi tra i 14 e i 29 anni sono stati i maggiori consumatori di cultura dedicando molto tempo a musei e mostre, cinema, concerti e spettacoli di danza. Minore la predisposizione, invece, alla musica classica e lirica.

Questo interesse alla vita culturale ha portato, nelle famiglie italiane, un aumento dei consumi del 6,5 per cento. Nonostante ciò, restano visibili e forse insormontabili alcuni freni che, se rimossi, potrebbero portare a un ulteriore sviluppo. Il principale ostacolo è semplicemente l’elevato costo per accedere ad alcune manifestazioni. Inoltre i giovani spesso vivono la cultura anche in prima persona, dedicandosi a qualche forma di produzione artistica: si va dal teatro, alle arti figurative, al cinema.

In Italia, sono le grandi città ad avere un pubblico giovane come principale fruitore di cultura: Roma, Milano Firenze Torino e Genova guadagnano i primi posti. E, sempre l’Italia, nel 2006, è stata protagonista di un incremento di turismo culturale. Oltre 22 milioni di stranieri hanno preferito soggiornare nel Bel Paese, con un aumento del 7 per cento rispetto al 2005.

Merito anche degli eventi culturali che hanno attirato l’attenzione tra gli italiani e i turisti. Due nomi da citare in primis: le Olimpiadi della Cultura di Torino, che hanno registrato quasi mezzo milione di presenze, e la Fiera internazionale del libro con 300mila visitatori.

lunedì 25 giugno 2007

In Svizzera, Internet per tutti

C’è poco da fare, l’Italia sonnecchia e tentenna fortemente un po’ in tutto a confronto degli altri Paesi Europei, ma oggi abbiamo un motivo in più per guardare i nostri vicini con un pochino di invidia in più e prenderne il buon esempio (magari!) o almeno la buona volontà.

Questa lo stimolo al miglioramento viene dalla Svizzera che fornisce GRATUITAMENTE la connessione ADSL indistintamente a tutti sul suo intero territorio. Il modello è diventato ancora più esemplare di quello di qualche anno fa della Francia che foniva connessione a banda larga a prezzi bassissimi ma in modo capillare ed efficente garantita da una forte concorrenza di gestori.

La compagnia che si è conquistato questo prestigioso servizio in Svizzera è la Swisscom come “concessionario del servizio universale” cioè come distributore del servizio a tutti indistantemente sul proprio territorio nazionale, in seguito è stata la Swisscom di sua iniziativa a rinunciare a qualunque tipo di compensazione economica... ma non è tutto oro quel che luccica. Sotto il falso e facile scoop della banda larga gratuita, si nascondono però dei cavilli che di solito non vengono spiegati con altrettanto clamore: la Swisscom non chiederà compenso per gli anni in cui le è stata concessa la diffusione del servizio, ovvero il periodo che va dal primo gennaio 2008 al 2017, ma sotto il controllo della Comcom (la Commissione federale delle comunicazioni) potrà chiederlo in tempi successivi in base ai costi sostenuti.

Beh, non che la cosa sia scandalosa... non possono fare certo beneficenza! L’iniziativa è comunque più che meritoria visto che si sa con certezza che almeno per una decina d’anni la diffusione dell’ADSL sarà gratuita.

Tutte le informazioni del caso sono reperibili nella sezione italiana del sito www.comcom.admin.ch , quello ufficiale che ha curato con attenzione l’affido del servizio univesale alla Swisscom.

Al di là dell’eventuale prezzo da pagare in seguito, la situazione è più che ottima e non è nuova presso la Svizzera che, già due anni fa vantava il 98 per cento della copertura adsl sul territorio nazionale, quindi niente di utopico o quasi futuribile: le basi c’erano, già molto forti e radicate, oggi si è praticamente completato un progetto iniziato un po’ di tempo fa.

E noi guardiamo. Chissà che non arriverà il giorno anche per noi di vederci connessione adsl gratuitamente a casa... pensando che in molti paesi d’Italia non c’è ancora l’ADSL, sembra che quel giorno arriverà in un futuro piuttosto remoto. La speranza è l’ultima a morire, in fondo! Magari sentendoci un po’ inadeguati rispetto ai nostri vicini, ci faremo largo a gomitate.

Se servisse! In pochi ci credono, ma chissà, aspettiamo ancora un po’.

venerdì 22 giugno 2007

Manhunt 2 in Italia? No, grazie

Per una volta in Italia si riesce a bandire qualcosa! Per la verità con i videogiochi abbiamo mantenuto sempre una buona fama e ora, tanto per non smentirci, rimane molto in dubbio l’uscita di Manhunt 2, uno dei giochi più violenti e inquietanti almeno degli ultimi mesi dopo l’altro spietato Rule of rose.

Manhunt 2 è stato già vietato in Inghilterra e Irlanda a causa dei suoi contenuti e delle scene di estrema violenza, ma il problema non sembra più neanche risolversi nelle immagini crude e sanguinolente, ma nelle vere e proprie espressioni di sadismo, crudeltà ed efferatezza che si consumano all’interno del gioco.

Tanto allarmismo deriva dal fatto che ormai questo genere di passatempo è sempre più radicato nella vita dei giovani e il terrore è sempre quello che questio viideogames possano portare ad uno spirito di emulazione nei confronti dei personaggi del gioco un po’ troppo accentuato. Le istigazioni all’omicidio sono all’ordine del giorno nei videogame, ma ci sono quelli come Manhunt 2 che riescono addirittura a superare il limite anche quando non proprio necessario: il sangue non stupisce più? Allora sarà perchè ce n’è troppo poco! Mettiamone di più!... Il ragionamento fila fino ad un certo punto, ma non sarà che tutto questo orrore possa dopo un po’ stancare davvero e far quasi perdere sensibilità a chi ci gioca?!

Più che essere questione di violenza, è questione di cattivo gusto. Ci sono mille modi per uccidere persone, sono anni che Lara di TombRaider va piantando pallottole nella cervella delle persone senza fare una piega, ma non c’è bisogno di stare lì a infierire! Figurarsi che in Manhunt puoi scegliere! Sì sì, scegliere! Scegliere se soffocare, decapitare ecc il proprio nemico! Accidenti, bella scelta!

D’altra parte siamo sommersi dalla violenza in tv ecc ecc, ma non mi sembra che sia una buona ragione per piantarcene dentro dell’altra! A sentire la Rockstar, la casa produttrice di Manhunt 2 il gioco è un’opera d’arte... sarà... intanto si sta mettendo in guai economici perchè non riesce a rientrare nelle spese necessarie alla produzione del gioco. Del resto l’innovazione porta sempre qualche polemica... ma almeno si trattasse di innovazione! Qui c’è solo tanta esasperazione!

Vediamo come va! Manhunt 2 si preannuncia un mezzo flop e ha collezionato un mare di polemiche. A voi le opinioni.

Guerriglieri verdi in azione

Guerrilla gardening in azione

Conquistare la terra con acqua, vanga e tanta volontà. Una guerra ove i soldati sono piantatori, le armi sono utensili da giardinaggio e la missione è trasformare, passo dopo passo, aree degradate e abbandonate in luoghi abitati dalla natura.

Il Guerrilla gardening arriva anche in Italia e timidamente si fa conoscere. Nato negli anni ’70 negli Stati Uniti, questa forma di protesta non violenta si è velocemente estesa in varie città del mondo. Londra risulta essere ai primi posti per gli adepti di questa corrente.

I guerrilla gardeners si riconoscono attraverso il nome di battesimo e un numero attribuito al momento dell’adesione del gruppo. Agiscono di notte, si fanno portatori di messaggi pacifici in silenzio, non appartengono ad una classe in particolare e hanno età e provenienze diverse. Di sicuro, gli intenti comuni a tutti sono portare avanti le varie cause ambientaliste, cercare e proporre il bello nel degrado delle città.

Le organizzazioni delle loro azioni partono solitamente attraverso un forum dedicato. Qui gli attivisti s’incontrano, decidono i territori ove intervenire, si procurano i semi più consoni a quella zona. E una volta arrivati sul luogo, puliscono il terreno da rifiuti e erbacce, per poi concimarlo e prepararlo alla semina. Ed ecco spuntare ortaggi e frutta nei centri storici delle città, fiori colorati lungo i viali affollati da fabbriche.

La realtà, comunque, è che molti di questi incontri e i protagonisti che vi partecipano, seppure degni di nota positiva, restano ancora clandestini. Da un punto di vista giuridico, infatti, non bisogna dimenticare che si è di fronte a una modificazione del suolo pubblico da parte di privati e che queste azioni sono punibili. Purtroppo.

giovedì 21 giugno 2007

Meglio la pubblicità in rete che quella in tv

A quanto pare, con l’avanzare della popolarità di internet nelle nostre case, anche la pubblicità si è dovuta adeguare. Sembra proprio che nonostante il bombardamento continuo di spot in tv, un’ottima fetta di propaganda di qualunque genere, trova sede proprio nel web dove diventa mirata ad un certo tipo di pubblico e non viene lanciata random a chiunque si trovi a tiro... spam a parte ovviamente.

Il sito www.reuters.com non lascia nessun dubbio: gli investimenti in pubblicità in rete dovrebbero impennarsi oltre il 36 per cento in più nel solo 2007 mentre quelli nella televisione subiranno un abbassamento pari a circa l’un per cento. Questi dati non attestano un insuccesso nei confronti dei classici mass media, ma un decremento nell’interesse di spazi pubblicitari prevalentemente in tv; Gli altri mezzi di comunicazione come la radio o la carta stampata, al contrario di quanto si potesse immaginare, cominciano ad alzare la testa e a raccogliere nuovi consensi. I dati sono indicativi soprattutto per il mercato italiano e sono stati resi noti dalla Nielsen Media Research sul sito http://www.nielsenmedia.it/ .

In realtà si sa bene comunque che la tv rimane e rimarrà ancora per molto il tramite più semplice e immediato per fare pubblicità e, qualunque cosa si dica, rimane ancora il mezzo di diffusione preferito per varietà e accessibilità da parte di quel pubblico non proprio avvezzo all’uso del pc per vari motivi.

Quello che fa piacere sapere è comunque la repentina inversione di marcia che la forza del web è riuscita a far scattare nell’investimento pubblicitario dei suoi spazi, rendendo la pubblicità stessa più oculata e quindi più profiqua di messaggi lanciati a palla come accade per la tv. Del resto siamo ancora agli inizi e, come abbiamo detto, l’incremento è stato stimato di oltre il 36 per cento in un solo anno... immaginarsi cosa non accadrà vedendo la cosa un po’ più in prospettiva, come per esempio tra 10 o 20 anni!

Forse la tv dovrebbe cominciare a fare una selezione un po’ più efficace invece di accaparrarsi solo i proventi degli spazi pubblicitari senza preoccuparsi del momento giusto per trasmettere gli spot. A volte sono davvero fuori luogo, danno quasi fastidio!

Personalmente faccio il tifo per la pubblicità on-line, poi, chissà! Magari i soldi gli daranno alla testa e cominceranno a sparare roba a raffica e rendersi poco interessanti! Vedremo.

mercoledì 20 giugno 2007

Vuoi musica? Chiedi a Lala!

In un clima un po’ alterato dove ci sono dibattiti su dibattiti sul perchè, il come e il quando la musica offerta dall’iTunes Store debba essere ceduta già libera dalla protezione DMR, arriva invece Lala, che con un sistema semplice e immdiato cerca di invogliare il consumatore ad acquistare la sua musica.

Chi è Lala? Lala è un sito che permette di ascoltare gratuitamente i propri brani preferiti e attraverso questa scelta, cercare di renderne più trasparente il servizio e mettere in condizione di ascoltare e di acquistare singole canzoni o interi album più a cuor leggero.

Il sito è www.lala.com , si può scartabellare tra i dischi consigliati, quelli in home page o cercarne direttamente alcuni che si intende ascoltare o di cui si vogliono avere maggiori notizie: gli artisti ci sono tutti, di qualunque tipo e genere, anche quelli simil-sconosciuti e per gli appassionati come ad esempio quelli delle Babes in Toyland, Mortician e tantissimi altri... anche quelli più impossibili!

L’utente potrà scegliere, come abbiamo detto, se scaricare l’album completo o singoli brani e ora arriva la novità: nel caso si decida di acquistare la traccia o l’album preferito, le canzoni verranno fornite senza DMR nel tentativo di incentivare l’acquisizione di musica legalmente e quindi ridurne la distribuzione illegale dovuta soprattutto alla presenza di DMR.

Grazie ad un’ottima copertura finanziaria inoltre, Lala.com non sarà costretta a bombardare di pubblicità i suoi utenti come invece altri fanno... mail che finiscono direttamente nella cartella spam o, ancora meglio, nel cestino. Essendo un servizio gratuito però, c’è qualche piccola costrizione, infatti l’utente potrà ascoltare i brani scelti direttamente sul sito o, in alternativa, trasferirli sul proprio i-Pod, ma non si potrà in nessun modo scaricarlo sul proprio pc.

L’idea è ottima e arriva in un buon momento per affermarsi, durante la pseudo-crisi iTunes e per dare una parvenza d’odine alla violenta distribuzione illegale di musica. Che sia una realtà già piuttosto affermata, lo si era capito: solo da poco in rete, vanta già il 30 per cento di vendita di traccie e album dal suo sito e, se Lala andrà avanti così, non ci sarà da stupirsi se comincerà a dare filo da torcere ai suoi colleghi.

La strada è ancora lunga, ma le alternative nascono per migliorare i servizi... e se c’è da migliorarli, si vede che ci vorrebbe una bella spinta. Lala è un’ottima alternativa ad un servizio che ora è un po’ in bilico!

Un po’ di pazienza e si vedrà come andrà a finire!

martedì 19 giugno 2007

Blockbuster sceglie Blu-ray

Eh già, il famoso ma non troppo Hd-Dvd si è trovato a dover cedere il passo al Blu-ray, e se anche un gigante come la Blockbuster lo sceglie, beh, ci sarà da crederci.

A quanto pare, la più famosa azienda impegnata nel noleggio e nella vendita di film dvd ha constatato un effettiva differenza qualitativa tra i due supporti e ne ha convenuto che il Blu-ray consente una maggior pulizia dell’immagine ed in genere una migliore qualità video ad alta definizione.

Il sorpasso era nell’aria. La catena di distribuzione mondiale aveva già sperimentato entrambi i formati di dvd e aveva certificato una preferenza per le “pellicole” Blu-ray addirittura del 70 per cento superiore alla Hd-Dvd grazie anche alla fama di alcuni film in formato standard Blu-ray come Spiderman, I pirati dei Caraibi e Casino Royale. Parte del successo è dovuto anche al fatto che praticamente tutte le case cinematografiche hanno preferito appoggiarsi su questo formato e renderne quindi più facile l’apprezzare delle sue caratteristiche. Unica voce fuori dal coro, colei che ha preferito continuare a sostene l’Hd-Dvd , la Universal.

Pur circondata da prestigiosissimi alleati come Microsoft e Toshiba, il mito Hd-Dvd degli anni scorsi ha dovuto ammettere una più che netta sconfitta nei confronti del Blu-ray. In Italia la scelta è stata attuata da poco, ma altrimenti i numeri nel resto del mondo sono tremendamente chiari: il formato Blu-ray in Giappone ha conquistato il 96 per cento del mercato dell’alta definizione, in America più dell’ 80 per cento e in Europa si è registrata la radicale inversione di marcia rispetto al passato vedendo il nuovo formato che acquista sempre maggiori preferenze.

Insomma, per Hd-Dvd non è certo un buon momento, ma non c’è da preoccuparsi, la ruota della fortuna gira ed è giusto che tutti incassino il colpo (o i soldi) al loro turno. Certo per chi è abituato ad avere il monopolio completo, un fatto del genere dà sempre fastidio, l’importante è raccogliere il tutto e vederlo come uno stimolo ad una sana concorrenza!

Non penso che chi ha creato Hd-Dvd sia disposto a sentire la mia ovvia paternale, ergo... in bocca al lupo e vinca il migliore! (Anche se c’è poco da fare! Hihihihihi!)

Un seno nuovo grazie al web

La homepage di Myfreeimplants

Rifarsi il seno è un desiderio economicamente proibitivo per molte. Ma c’è una soluzione che arriva dal web.
Il sito inglese myfreeimplants.com regala la realizzazione di questo sogno. Il tutto a costo zero.

Basta essere maggiorenni, iscriversi a questa particolare community, fornire una breve biografia corredata di foto e aspettare di entrare in contatto con i potenziali “sponsor”, uomini disposti a finanziare l’intervento di chirurgia plastica in cambio di messaggi personali, chat e vendita di indumenti della loro prescelta. E a trattativa conclusa e intervento avvenuto, una galleria fotografica mostra il risultato.

L’iniziativa, è facile immaginare, è stata presto oggetto di critiche soprattutto da parte dei professionisti del campo medico. Douglas McGeorge, presidente dell'Associazione britannica dei chirurghi plastici, ha più volte invitato le donne a non lasciarsi tentare da questa occasione, definendola potenzialmente pericolosa per la propria salute.

E proprio in questi giorni il settimanale Elle ha riacceso il dibattito dedicando ampio spazio a questo fenomeno. Un’indagine ha rivelato alcuni dati che ruotano intorno a questo progetto, come le cifre che i “benefattori” spendono a settimana, dai 10 ai 50 dollari circa.

La community di Myfreeimplants comunque, nonostante la tanta pubblicità e le numerose iscrizioni, sembra non abbia convinto molti. Ad oggi, in un anno e mezzo di presenza sulla rete, solo sette donne avrebbero realizzato il loro sogno grazie a questa opportunità.

lunedì 18 giugno 2007

La noia? Fa bene alla salute

Era proprio la notizia che si voleva sentir raccontare. Dopo stragi su stragi, impegni, stress e gossip, finalmente qualcosa di appagante per l’udito: annoiarsi nell’età infantile e adolescenziale fa bene e addirittura previene l’insorgenza della depressione nell’età adulta.

Questo, più che dirlo ai ragazzi, bisogna dirlo ai genitori che, soprattutto dai 7 ai 18 anni amano intasare la giornata dei propri pargoli di mille impegni come palesta, piscina, qualche tipo di club e l’estate campeggio dove si sfiancano e seguono più orari di quanti non ne seguissero a casa. L’attività fisica rimane al centro di un ottimo sviluppo, i campeggi e i club servono a socializzare, certo, ma anche sbadigliare una domenica a casa davanti alla tv rotolandosi dalla poltrona al letto e dal letto alla poltrona sembra essere indicato per una crescita corretta. Sempre senza esagerare, altrimenti si corre il richio che il bambino metta le radici.

La notizia arriva da Paola Vinciguerra, psicoterapeuta e direttrice dell’Uiap che spiega quanto sia importante per i ragazzi vivere serenamente almeno le vacanze estive. Avere intere giornate libere porta automaticamente i giovani a spendere più naturalmente il proprio tempo, conoscere meglio i propri ritmi e costruire la loro giornata attraverso le loro scelte e non quelle dei genitori.

I momenti di vuoto esistono ed è bene che ci siano perchè servono da stimolo a chi li ha... ma troppo spesso i genitori che lavorano, difficilmente se ne rendono conto. Secondo la psicoterapeuta Vinciguerra, invece, bisogna in questo senso responsabilizzare il ragazzo attraverso le sue decisioni, il che lo porterà ad essere più sicuro di sè e avrà una buona autostima.

In definitiva lo scopo della “terapia della noia” è portare autonomamente il giovane a chiedersi cosa può fare nei suoi momenti di vuoto in modo che possa da solo scoprire le possibilità che gli sono offerte.

La notizia farà tirare un sospiro di sollievo a molti, ma, a parte gli scherzi, penso sia facile rendersi conto dell’importanza che i momenti di noia abbiano, sono anche momenti per riflettere ed è giusto che un bambino si rapporti con questi.

Ora bisogna vedere se i genitori saranno in grado di non incasellare le giornate dei figli con impegni continui anche di estate.

venerdì 15 giugno 2007

In Cina censurato I Pirati dei Caraibi 3

La Cina di Mao non muore. Sotto il torchio della censura questa volta è finito “I Pirati dei Caraibi 3”, il film che ha sbancato i botteghini di tutto il mondo assieme a Spiderman 3.

In linea di massa la pellicola non contiene scene particolarmente feroci, il linguaggio non è spropositato, per niente volgare, non ci sono scene di sesso (finalmente) nè ammiccamenti etero e omosessuali, la storia è accattivante e i personaggi meravigliosamente inconfondibili. Eppure non va bene.

I censori hanno ritenuto che l’immagine data dal noto attore cinese Chow Yun-Fat del personaggio del pirata Sao Feng sia inappropriata e soprattutto denigratoria nei confronti del popolo asiatico. Visto come uno spietato aguzzino, Sao Feng riporta la consolidata prova della demonizzazione della figura del cinese e, secondo la censura, si vede necessario un sostanziale taglio nelle apparizioni del pirata interpretato da Chow Yun-Fat. Detto fatto: le apparizioni integrali e incentrate sul personaggio del film erano originariamente di 20 minuti (già non molto per un film che va per le 3 ore) e adesso, dopo l’immediato intervento di taglio e cucito, si è arrivati a 10 in totale.

A questo punto i pareri si dividono: da una parte i censori e i giudici soddisfatti del loro lavoro; dall’altra gli spettatori, che hanno visto la decisione un po’ troppo rigida e addirittura controproducente ai fini della comprensione dell’intera pellicola.

Insomma, è difficile che uno qualunque di noi, guardando “I Pirati dei Caraibi 3” possa anche lontanamente scandalizzarsi e nel bel mezzo del film pensare: “Accidenti! Questo demonizza davvero la figura dei cinesi!”.

Ma dove? Quando? E soprattutto perchè? I film rappresentano qualuque cosa! Non perchè un attore cinese ha avuto la parte del cinico, va a far male ad un’intera etnia!

Magari ci ripenseranno... mi sembra davvero un’esagerazione, o no?

Tecnologia ok, libri ko

Pochi libri, tanta tecnologia a Teenager 2007

Si è appena concluso a Milano Teenager 2007, l’appuntamento dedicato all’universo in continua evoluzione dei giovani.

La manifestazione, organizzata da Somedia e La Repubblica, ha visto partecipare psicologi, creativi, esperti di marketing, tecnologia e comunicazione, ognuno di questi con l’intento di indagare sui comportamenti e gli stili di vita dei ragazzi d’oggi.

La sede di Teenager 2007 è stata l’occasione per presentare lo studio Doxa sull’utilizzo del tempo libero e della tecnologia da parte degli adolescenti. L'indagine, svoltasi tra novembre e dicembre 2006, ha interpellato 1.400 ragazzi tra i 14 e 18 anni.

I risultati vedono affondare il concetto di cultura e del libro come strumento di piacere. Tra gli intervistati, il 45 per cento dichiara di non aver mai letto un libro fuori dall’ambito scolastico. Il 29 per cento arriva a due volumi in un anno, mentre solo il 26 per cento supera il numero di tre libri.

Il cellulare regna sovrano. Il 91 per cento possiede almeno un modello di ultima generazione dotato di fotocamera, bluetooth e videochiamate.
La presenza della tv incombe. Tra i preferiti del palinsesto, i film, i programmi comici, i telefilm, i quiz e i cartoni animati. Nel dimenticatoio, le trasmissioni di approfondimento e informazione.

E per essere continuamente in contatto con il mondo esterno, Internet è sul podio. Tra le sue “doti”, capacità di coinvolgere e appassionare i giovani con le chat e il download di musica e immagini.

giovedì 14 giugno 2007

LoveBoyPride tra le polemiche

Già sentir parlare di “orgoglio pedofilo” fa rabbrividire l’opinione pubblica, ma tanto non basta.

In Italia domani si terrà la manifestazione del “love boy pride” ma ovviamente la decisione è stata seguita da sciami di polemiche assolutamente valide.

“E’ divieto di espressione e di manifestazione” hanno detto coloro che avevano visto il corteo per l’esternazione dell’orgoglio pedofilo in pericolo, ma forse questi signori dimenticano o non si rendono bene conto di cosa hanno intenzione di fare! Non stiamo parlando di orgoglio gay, uomini e donne che amano persone dello stesso sesso e manifestano per affermare senza paure la loro (se così la si vuole ancora definire) diversità. Si parla di persone che, per perversione, malattia o come la si preferisce chiamare, abusano di bambini e non c’è neanche UNA ragione minimamente valida del perchè questa gente si debba inorgoglire! Si dovrebbe solo nascondere, ecco tutto.

Essere pedofilo non è una caratteristica. Chi parla come me sa probabilmente di essere accusato di mente poco aperta, di ottusaggine ecc ecc, ma chi perdona, consente e soprattutto ammette che un pedofilo, ovvero chi si accattiva la simpatia di un bimbo e ne abusa provocandogli anche danni psicologici devastanti e duraturi, evidentemente dovrebbe provare una piccola ed educativa esperienza: un giorno come tutti gli altri, qualcuno dovrebbe chiamarli e dir loro che loro figlio è stato addescato da un uomo e ne ha abusato sessualmente. Ora il piccolo non fa altro che piangere.

Se io fossi una madre con la M maiuscola, sentirei un irrefrenabile istinto di trovare quella persona, staccargli la testa e darla in pasto ai maiali, non di vederli sfilare con degli striscioni in una qualche città d’Italia.

Si andassero ad esprimere da qualche altra parte, quindi. Magari in Olanda dove tutto è ammesso (eppure anche lì da qualche tempo si è sciolto il partito pedofilo). Sono convinta che abbiamo perso la faccia ancora una volta davanti all’Europa... come se ce ne fosse bisogno!

mercoledì 13 giugno 2007

Operazione Anti-Phishing

Chiunque abbia un conto corrente bancario, postale, ma anche una semlicissima carta poste pay, conosce bene la pesantissima scocciatura di dover sopportare di ricevere decine e decine di email fasulle e spam vario nelle quali si intima di accedere ai servizi on line, riconfermare i propri dati personali per dei non meglio specificati controlli e così via. Pena? Il blocco immediato del credito della carta o perdita dei privilegi a cui l’utente è legato a seconda del servizio di cui usufruisce... ovviamente tutto finto e strafinto.

Poste Italiane ha cercato di istruirci a combattere questo tipo di frode on line, il così detto Phishing, ma quelli che ci cascano sono ancora in molti. Del resto i contraffattori sono diventati sempre più abili e forse le persone meno attente.

Proprio oggi si è conclusa un’operazione avviata dalla polizia di Milano dalla quale ne è risultato il blocco di transazioni sospette per circa 230 mila euro. La notizia è stata prontamente seganalata sul sito http://www.anti-phishing.it/news/articoli/news.27012006.php in cui si espongono tutte le cifre e i particolari. I coinvolti e danneggiati sono praticamente tutti i maggiori istituti di credito italiani che permettono agli utenti la gestione on line del proprio conto bancario.

Le richieste sempre le stesse: conferma di ID e password per l’aggiornamento dei database della banca nonostante le banche e le poste non chiedano MAI agli utenti di inserire i propri dati via email su richiesta.

Il sequestro del denaro e la valanga di denunce avute nell’ultimo anno non è altro che la punta dell’iceberg di una situazione molto più ampia che spesse volte supera i confini nazionali.

Le raccomandazioni sono semplici e fondate: controllare i movimenti di denaro del proprio conto, carte ecc, non rispondere a email che richiedono urgentemente l’inserimento dei propri dati personali in internet o spedirli via posta elettronica e fare attenzione ai loghi degli istituti tributari che sono identici o comunque abilmente contraffatti.

Si dovrebbe fare questo tipo di pulizia ogni anno o ogni sei mesi. Che bello. Ogni tanto una bella tornata da parte della questura a scoprire qualche altarino e vivremmo tutti più sereni. Rimane una delle tante insidie di internet... o almeno di chi se ne approfitta.

martedì 12 giugno 2007

Chat per beneficienza

Il sito ufficiale http://im.live.com/ lo decreta a chiare lettere: MSN darà il suo sostegno per quanto riguarda le donazioni alle associazioni benefiche grazie ai suoi utenti.

Le norme sono chiare, non si presenta nessuna ambiguità e sembra che il progetto debba decollare molto bene. L’iniziativa prende il nome di “I’m making a difference” e almeno per adesso, consente all’utente di scegliere a chi destinare il proprio contruibuto tra Boys & Girls Clubs of America, Humane Society of the United States, National AIDS Fund, American Red Cross, National MS Society, ninemillion.org, Sierra Club, StopGlobalWarming.org, Susan G. Komen for the Cure e U.S. Fund for UNICEF.

Il funzionamento e molto semplice: se si possiede già l’ultima versione di MSN, basterà modificare il proprio nick name nelle opzioni personali specificando la sigla abbinata all’associazione alla quale si intende devolvere parte dei proventi delle pubblicità su Messenger. Nel caso non lo si abbia, basterà scaricarlo gratuitamente dal sito www.msn.it e seguire la stessa procedura. Ovviamente è tutto gratis ed iscriversi non ha alcun costo. Ogni conversazione intrapresa con un altro contatto è importante: più si chatta, più si potrà partecipare attivamente all’impegno preso.

In perfetto stile MSN, si è trovata una soluzione veloce, efficace e addirittura per beneficienza proprio a dimostrare quanto importante sia diventato Messenger... almeno per quanto se ne possa dire adesso. Magari più in là nascerà qualche bug, ma è inutile mettere il carro davanti ai buoi.

Non c’è nulla da dire, infatti: l’iniziativa è nobile, meritoria e avrà fatto guadagnare un posto in paradiso a Bill Gates.

La piaga del lavoro minorile

12 giugno, Giornata Mondiale contro il lavoro minorileSi celebra oggi la Giornata Mondiale contro il lavoro minorile, giunta alla sua sesta edizione.


Istituita dall’ Organizzazione internazionale del lavoro, l’appuntamento promuove iniziative e manifestazioni in oltre 100 Paesi per ricordare lo sfruttamento a cui ragazzi e ragazze vengono spesso sottoposti nel mondo.

I dati sono impressionanti. Bambini tra i 5 e i 14 anni sottratti al piacere del gioco, al diritto dell’istruzione e della salute. Almeno 22mila giovani vittime per incidenti sul lavoro, soprattutto nel settore agricolo ed edile. Più di 8 milioni di minori costretti alla prostituzione o in altre attività illecite.

Presso la sede dell’OIL di Ginevra, oggi avrà luogo la manifestazione ufficiale che vedrà, tra i partecipanti, i rappresentanti governativi e delle organizzazioni di lavoratori e di imprenditori, oltre a un nutrito numero di bambini.

Intanto anche in Italia il triste fenomeno cresce a dismisura. Poche le denunce a fronte di realtà conosciute e tenute nascoste.
Varie associazioni mettono a disposizione quotidianamente un’ancora di salvezza per le vittime di abusi. Tra queste, Telefono Arcobaleno offre da più di dieci anni servizi di orientamento e di consulenza attraverso il numero verde 800025777.
Fino a oggi, l’Associazione ha svolto oltre 400 interventi in Italia e all’estero operando contemporaneamente con i Tribunali per i minorenni, le Procure della Repubblica e gli organi di Polizia giudiziaria.

lunedì 11 giugno 2007

Entro il 2009, 1 pc ogni 6 persone

Eh già. Secondo i dati della ricerca Forrester si stima che entro la fine del 2008 ci saranno circa un miliardo di pc in circolazione.

Pensando a quanti siamo non sembrerebbe neanche molto, ma se immaginiamo una media di un pc ogni 6 persone, il numero diventa molto più importante. Inoltre sappiamo bene che non ogni Paese del mondo ha la stessa concentrazione di abitanti e le possibilità economiche di permettersene uno, ergo avremo squilibri enormi tra zone che non conteranno nemmeno un dispositivo e altre che sfioreranno il picco di cinque pc ogni 6 persone. Il dato è impressionante e comunque in continua crescita tenendo da conto lo sviluppo di Paesi meno abbienti.

Proprio a questo proposito, i Paesi che sembra avranno particolare rilevanza in questa crescita, sono Blasile, Cina, India e Russia, tanto da ambiere a diventare il nuovo bacino di forza nella produzione e vendita di pc dopo l’affermazione dell’ormai nota America e del Giappone. Solo i quattro Paesi su citati, infatti, potrebbero da soli raggiungere la vetta di circa 800 milioni di unità in commercio entro il 2015.

Una bella soddisfazione per quella fetta di mondo abituata ad essere la Cenerentola della situazione. Era anche ora.

Speriamo che il tutto valga come una stimolante occasione di concorrenza e quindi si abbassino i prezzi per i consumatori... così magari arriveremo anche a due miliardi di pc entro il 2060. In bocca al lupo ai mercati emergenti, vediamo come va a finire e... si aprono scommesse: pensate che si arriverà al miliardo di pc?

domenica 10 giugno 2007

Aumentano i siti pedo pornografici

Come se la rete non fosse già appestata da immagini pornografiche ovunque e qualunque pagina si visiti, Meter ha segnalato l’impressionante aumento di siti a carattere pedo pornografico pari al 10%.

Meter è l’associazione istituita da Don Fortunato Di Noto che è ha rilevato la disarmante notizia. A quanto pare molti tra i pedofili di tutto il mondo, hanno trovato il modo di eludere le maglie della giustizia informatica e operare in un tutta tranquillità nel Liechtstein, il minuscolo stato tra Austria e Svizzera. Una specie di occhio del ciclone in cui poter comunque agire indisturbati collocandovi i propri siti dai contenuti pedo pornografici.

Il business ormai è diventato vastissimo. Le cifre sono scandalose e fanno capire quanto la gente sia disposta a dare per appagare le sue perversioni, perché ricordiamo, non si sta parlando di semplice pornografia, dove attori e chi ci lavora è adulto e acconsenziente. Si parla di bambini plagiati e violati nella loro innocenza. Il prezzo per una fotografia a carattere pedo pornografico è circa di 80 dollari mentre per un film si è disposti a sborsarne attorno ai 500.

I Paesi più coinvolti nello scandalo sono Francia, Stati Uniti, Germania, Giappone, Russia, Svizzera, Olanda e sfortunatamente anche l’Italia dove il picco massimo di denunce di siti incriminati è a Milano.

Intanto anche dopo le segnalazioni i siti tardano ad essere rimossi o oscurati e comunque ne nascono ogni giorno come funghi. Ora i pedofili si appellano anche ad una legge specifica che consente di rimanere nel legale nel caso il bambino accetti di avere rapporti sessuali con adulti. Come può il bambino scegliere una cosa del genere? Non ne è consapevole e non sa neanche di cosa si parli, se sarà favorevole a 7 anni è perché non sa neanche cosa significa, come è giusto che sia. Ma non è una vigliaccata enorme quella di sfruttare i bambini e addirittura nascondersi dietro ad un consenso che non esiste?

Non ci sono parole.

venerdì 8 giugno 2007

Virus nelle calcolatrici

Se si poteva che pensare che le calcolatrici fossero rimaste immuni da virus, bisognerà ricredersi. Il virus non è devastante, del resto l’ambiente in cui si inserisce non è particolarmente complesso e quindi i danni da provocare non sono poi così tanti e irreparabili.

Il virus si chiama Ti.Tigraa.a, è lungo 492 byte e appesta unicamente le calcolatrici grafiche del gruppo produttore Texas Instruments. Il riconoscimento della sua entrata è deducibile dall’improvviso oscuramento del display, si azzereranno tutti i numeri o ancora, la più evidente è la comparsa della scritta ‘t89.GAARA’.

Il virus funziona comunque solo sulle singole calcolatrici e per fortuna non è trasmissibile in alcun modo ad altri dispositivi portatili e non o altri calcolatori.

L’intruso è stato scovato dall’antivirus Kaspersky e non ha fatto altro che aggiungere un’altra vittima innocente alla già lunga lista di oggetti comuni e di uso ancora più quotidiano rispetto ad un computer, sempre più frequentemente attaccati da virus e malware.

La notizia è stata diffusa dal blog di viruslist al link http://www.viruslist.com/en/weblog .

Se non si può star più tranquilli neanche con le calcolatrici... un modo come un altro per varcare sempre nuove soglie e superarsi, sì, ma forse a scapito del consumatore.

Gli italiani e il Web

Il Web poco utilizzato dagli italianiIl 52 per cento degli italiani non si fa catturare dalla rete di Internet.

ACNielsen, azienda leader mondiale nelle informazioni di marketing, ha pubblicato in questi giorni i risultati di una ricerca, commissionata dall’ Osservatorio permanente sui contenuti digitali, sulla fruizione del web da parte del popolo italiano.

I dati stupiscono. E se quasi 27 milioni di utenti non hanno familiarità con questo strumento, per molti ormai indispensabile, il 14 per cento – i cosiddetti eclettici - fanno un uso consapevole ed evoluto dei servizi di Internet, mentre il 17 per cento – i technofan - si avvalgono della risorsa tecnologia solo come svago o canale preferito di comunicazione.

Tra i servizi più amati, i blog e i forum di discussione raccolgono un pubblico giovanissimo e femminile. Stesso discorso per i sistemi di messaggistica istantanea. Tra i più conosciuti, Mns Messenger e Skype, il software che consente conversazioni VoIP.
E ancora, i programmi peer-to-peer, per condividere e scambiare file musicali o video, raccolgono le simpatie del 15 per cento di naviganti, soprattutto di sesso maschile.

L’indagine, condotta su un campione statistico di 8500 italiani over 14, ha messo in luce anche la difficoltà dei genitori – quelli più tecnologicamente avanzati - nel trasmettere il concetto di cultura ai proprio figli.
Questa è forse una delle cause che portano molti giovani utenti a considerare la rete come un’entità passiva incapace di diffondere alti valori culturali.

giovedì 7 giugno 2007

Porno photogallery per il ministro

In Indonesia è accaduto un fatto alquanto strano nonchè divertente. Il viceministro dell’economia endonesiano, il signor Ditjen Pajak è incappato in una gaffe molto evidente e poco costruttiva. Il misfatto è successo di fronte ad una platea di giornalisti tra i più importanti per la presentazione di alcuni dati economici, ma chi partecipava all’incontro si è trovato di fronte ad immagini pornografiche.

Il politico aveva inserito un cd nel suo dipostivo portatile per cominciare la presentazione e quando si è apprestato ad aprire il disco con Adobe Photoshop Album... patatrac! Nella galleria c’erano molte foto a luci rosse. Il viceministro evidentemente non ha saputo fare attenzione nell’uso del prezioso software, che è un ottimo strumento per la presentazione di immagini, ma allo stesso tempo rivela tutto il contenuto dell’intero disco in un solo momento.

Sarebbe stato bello vedere le facce degli astanti, che convocati per una presentazione ufficiali si sono visti di fronte a immagini da casinò.

Il danno sembra sia stato riparato semplicemente con le scuse del politico, che non poteva fare altrimenti, e la presentazione è continuata senza intoppi. Almeno si spera.

Certamente una riunione diversa dal solito. E chissà se non abbia attirato più attenzione delle altre... certamente sì.

mercoledì 6 giugno 2007

Bill Gates laureato ad honorem

Arriva oggi la notizia: a Bill Gates verrà oggi conferita la laurea ad honorem da parte della prestigiosa università Harward di Cambridge. Non che ce ne fosse bisogno, ma il Bill mondiale ha se non altro avuto la soddisfazione di ricevere questo ambitissimo riconoscimento dalla stessa università che frequentò, ma nella quale non riuscì a laurearsi. In un modo o nell’altro ce l’ha fatta.

Uno degli uomini più ricchi del mondo viene sicuramente ridimensionato agli occhi del pubblico, che come minimo, si aspetterebbe che il magnate dell’informatica sia almeno laureato. E invece no. Bill Gates ha potuto vantare una laurea, per altro avuta ‘ad honorem’, solo alla non più verdissima età di 50 anni suonati già da parecchio.

Certamente una soddisfazione non da poco e avuta a ragione. Ma chissà, forse ad un uomo che può scialacquare circa 56 miliardi di dollari, non fa poi così comodo. Insomma, non stiamo parlando del giovincello che cerca lavoro. Sappiamo che la laurea ad honorem è una storia diversa, ma sentir parlare di laurea una persona che ha già istituito un impero, fa un po’ sorridere o se non altro tanta tenerezza.

La cerimonia si tiene oggi e il discorso per il rilascio dell’attestato sarà annunciato da Bill Clinton.

Ritorno sull’impressione che fa sapere che Bill Gates non abbia già una laurea. Il genio dell’informatica senza la laurea fa sempre un certo effetto. Forse è più un genio del marketing.

A voi l’ardua sentenza.

martedì 5 giugno 2007

La plastica compie 100 anni

Come portarne 100 e non dimostrarli.


Ce lo può dire la plastica che oggi compie il suo primo secolo di vita. Si è guadagnata un posto in ogni casa e ha accompagnato i gesti quotidiani di ognuno di noi, senza neanche accorgercene, abbiamo permesso che entrasse violentemente nella nostra vita e ci aiutasse in ogni modo.

Inutile, ogni oggetto che vediamo contiene, anche in minima parte, una certa percentuale di plastica. Come in ogni cosa bella, utile e così via, c’è sempre un risvolto della medaglia. Si sa bene quanto questo più che commerciale prodotto sia inquinante per l’ambiente, quanto il nostro pianeta, pur col suo perpetuo macinio, ci mette più di 200 anni per smaltire un singolo sacchetto di plastica, quindi rimarremo sullo stomaco della Terra ancora per un bel po’. Proprio per questo motivo sono partite varie campagne di sensibilizzazione, perché la plastica è forse il materiale che più necessita un completo smaltimento e allo stesso tempo consente di essere riciclato molto facilmente per riaverne maglioni, poltrone ecc oppure diventare ispirazione per artisti che, come è già successo, lo scelgono come parte principale delle opere moderne e di design.

Basta fare tutto con un po’ d’intelligenza e anche la plastica potrà meritarsi un posto d’onore tra i materiali più amati al mondo, ancora più a ragione.

Una casa Hi-Tech

Bill Gates, il re della Microsoft

In 120 metri quadrati, la casa del futuro.

E’ di questi giorni la notizia che a Redmond, nel quartiere di Seattle, sorge una casa supertecnologia - il cui accesso al pubblico è praticamente impossibile - capace di stupire chiunque e di soddisfare ogni necessità.

Fortunato proprietario nonché ideatore di questo gioiello è Bill Gates.
Il magnate della Microsoft, dopo Surface, il tavolo-computer presentato nei giorni scorsi, stupisce con questa nuova invenzione.

Una casa governabile dal cellulare come fosse un telecomando. Un software quasi umano, Grace, di grande ausilio per qualsiasi problema, sembra accompagni gli abitanti lungo il percorso quotidiano. Ed ecco pareti e soffitti costellati da microproiettori che cambiano le immagini sullo sfondo secondo l’umore. La porta d’ingresso che permette l’accesso solo dopo aver verificato le impronte su un pannello elettronico. All’esterno, il viale di accesso riscaldato per evitare la formazione di ghiaccio nei mesi invernali. E tanto altro ancora.

Tutto ciò è reso possibile grazie a una speciale chiave elettronica data agli ospiti che permette ad ogni ambiente di reagire a seconda dei loro desideri, e a una rete di chilometri di cavi che interconnette tra loro alcuni server e numerosi computer con le relative periferiche.
Il costo di tutto ciò? Circa cento milioni di dollari.
Troppo, per noi comuni mortali.

lunedì 4 giugno 2007

SoapBox: Microsoft Vs Youtube

Ritorna SoapBox, la risposta Microsoft al dilagante fenomeno Youtube. In effetti il progetto SoapBox era già partito da tempo, ma solo da pochissimo si è rimesso in gioco dopo una momentanea interruzione dopo aver rilasciato una versione beta pubblica.

Ora torna. Tra le novità principali c’è senza dubbio il servizio di copyright Audible Magic, gli stessi già utilizzati da tempo dall’acerrimo nemico Youtube. Tra le altre cose la Microsoft ha approfittato di un brutto momento per Youtube e Google, da sempre insieme contro il gigante Microsoft. Youtube era già stata attaccata da quest’ultima per quanto riguarda la sicurezza dei filtri contro l’upload gratuito senza copyright.

Dopo aver trovato la strada spianata, Microsoft dovrà comunque affrontare Youtube, ormai indiscusso server di upload più importante e utilizzato al mondo, e ormai sappiamo in quanti nutrono profonda antipatia per la Microsoft stessa, che, a parte poche iniziative particolarmente riuscite, si è conquistata una pessima fama tra la popolazione di programmatori o semplici appassionati.

Una delle novità presentate da SoapBox riguarda, proprio come abbiamo detto, il copyright per difendersi dall’upload indiscriminato. Come era già successo in precedenza la Microsoft ha lanciato una nuova versione beta pubblica a disposizione di chi voglia mettere alla prova SoapBox.

E da come si può evincere, sono già in molti quelli che hanno uploadato filmati di ogni tipo, ma la strada per raggiungere youtube è ancora lunga e contorta... e questo Youtube lo sa bene. Sarà per questo che non si preoccupa più di tanto e neanche risponde alle provocazioni arrivate.

Chissà quanti saranno dalla parte di Youtube e la Microsoft dovrebbe tenerlo da conto. Sicuramente avrà fatto i suoi conti con l’oste e se ha optato per un investimento così importante, ce ne sarà sicuramente un ritorno.

Vedremo gli sviluppi.

domenica 3 giugno 2007

Olanda: il finto reality

Non c’è mai fine al cattivo gusto. Almeno in questo senso, l’Olanda ha sempre detenuto un ottimo primato: dopo il partito dei pedofili e legalizzazioni di qualunque genere, non c’è da stupirsi più di nulla.


Ha finalmente avuto fine il reality incentrato su una ragazza malata di tumore che avrebbe dovuto donare un rene. Già accolto tra le polemiche, l’iniziativa si è rivelata un flop totale nonchè di pessimo gusto. Tra l‘altro, si è messo finalmente fine alla pagliacciata svelando una situazione tanto imbarazzante quanto geniale: come era facile immaginare, la ragazza protagonista del reality, Lisa, non era altro che una brava attrice.

La presa in giro non finisce qui. I concorrenti, ovvero gli aspiranti agli organi della regazza, erano veri (o almeno così sembra). Il conduttore del macabro reality show ha semplicemente chiarito che il tutto non voleva essere un inganno, ma solo un modo per sensibilizzare gli spettatori al problema. Ora, ammettiamo pure che sia vero, lo spettatore non si sa fino a che punto voglia soffrire assieme ai concorrenti per queste atrocità e, se proprio vuole farlo, non si sa quanto possa far piacere sapere che è tutta una farsa. In questo caso specialmente. Non si sta parlando di paparazzate come il nostro Grande Fratello insegna, dove la scabrosità sta nel fatto che una sia andata con uno, ma quell’uno era già fidanzato ecc ecc. Qui, si parla di malati. Persone che si vedono prese in giro… ammesso che non l’avessero saputo. E a dispetto di quanto asserisce il presentatore del reality, ammesso che il telespettatore potesse essere sensibile alle circostanze di questi ragazzi… beh dopo la notizia non lo saranno più stati e staranno ancora a chiedersi come si possa essere stati talmente stupidi da andarci dietro anche solo per qualche ora.

Comunque giustizia è stata fatta: il “divertimento” è finito e chi ha bisogno di un rene si rivolgerà alle strutture specializzate. Vedremo se sarà l’ultima volta. Ma ci saranno mille altre occasioni per dare scandalo.

L’importante è guardare e ridere per non piangere.

venerdì 1 giugno 2007

Arrestato il più grande spammer mondiale

La notizia è certa. Fermato a Seattle, Robert Alan Soloway, uno dei più affermati spammer al mondo, è in queste ore in attesa di giudizio.

Il suddetto ha operato talmente “bene” nel suo campo da meritarsi l’alias di Spam King e diventare un vero e proprio professionista del genere.

Nonostante il provvedimento al livello giuridico fosse già partito da molto tempo, in questi giorni si è approdati realmente all’arresto dell’interessato. Il signor Robert Alan Soloway vanta un curriculum niente male e stupisce anche gli addetti ai lavori: innanzi tutto le accuse sono di frode e soprattutto di furto di identità e riciclaggio di denaro. Queste accuse vengono notevolmente appesantite dal fatto che il genio dello spam, non solo ha intasato miliaia di caselle email con posta di vendita di servizi inesistenti, ma inoltre rendeva impossibile l’utilizzo delle stesse secondo un meccanismo molto semplice: faceva in modo di rubare gli indirizzi email degli utenti per farli diventare a loro volta indirizzi segnalabili come spam. Come se, ricevendo una mail da questo Robert, il proprio indirizzo venisse visto dai destinatari delle nostre mail come spam e quindi automaticamente segnalate nella cartella apposita. In questo modo il nostro indirizzo email diventerebbe alla lunga del tutto inutilizzabile perchè le nostre email verrebbero automaticamente cancellate e i nostri messaggi quindi non verrebbero visualizzati dal destinatario.

Oltre a tutto questo, i servizi venduti da Soloway non funzionavano come dovevano e, quando un consumatore lamentava un disservizio, le risposte erano o minacce o richieste di ulteriori pagamenti. Ora l’interessato dovrà sborsare attorno ai 772.000 dollari di multe accumulate nel corso degli anni. Una bella somma per uno che mandava inutili email a raffica. Ci avrebbe dovuto pensare prima forse!

Ora si attendono gli esiti, pur sapendo che per ogni Robert Alan Soloway andato, ce ne sono altri 100 pronti a prendere il suo posto.