Dopo Google e Amazon, Perfect 10 denuncia Microsoft
Il virus ha intaccato i grandi della nostra era. Se nell’obiettivo dell’accusa ci erano finiti SOLO Google e Amazon, ora è toccata a Microsoft.
La denuncia non parte da qualcosa di molto edificante, al contrario da un sito porno celebre in rete: Perfect 10. Il reato? Pubblicare immagini protette da copyright nel suo motore di ricerca e per di più contenuti che sarebbero accessibili dal sito ufficiale solo dopo aver stipulato un abbonamento e quindi aver pagato.Del resto è giusto… il contenuto era a pagamento. In questo modo il noto sito dedicato alle most beautiful natural women avrebbe riscontrato una concreta perdita di guadagni vedendosi ingiustamente defraudata.
Non finisce qui. A quanto asserito da Perfect 10, Microsoft avrebbe linkato a immagini esplicitamente protette da password e quindi violato in tutto e per tutto le note legali del portale stesso.
Ricordiamo che le iniziative giurisdizionali intraprese da Perfect 10 non hanno avuto molto successo. Da una parte c’è il sito che rivendica i suoi diritti di esclusiva e non ha intenzione di spartire i suoi contenuti con motori di ricerca che li divulgano senza preoccuparsi degli introiti del sito da cui attingono. Dall’altra però, ci sono gli interessi dei “consumatori” che hanno diritto di accedere a contenuti del motore di ricerca e che quindi superano quelli del sito danneggiato. Proprio in questo modo si concluse la disputa contro Google: primo stadio di processo a favore di Perfect 10 che sarebbe la vittima; ricorso da parte di Google: la sentenza si ribalta a suo favore.
Ci sono tutti gli indizi per pensare che anche questa volta finirà così… O forse no?
Non finisce qui. A quanto asserito da Perfect 10, Microsoft avrebbe linkato a immagini esplicitamente protette da password e quindi violato in tutto e per tutto le note legali del portale stesso.
Ricordiamo che le iniziative giurisdizionali intraprese da Perfect 10 non hanno avuto molto successo. Da una parte c’è il sito che rivendica i suoi diritti di esclusiva e non ha intenzione di spartire i suoi contenuti con motori di ricerca che li divulgano senza preoccuparsi degli introiti del sito da cui attingono. Dall’altra però, ci sono gli interessi dei “consumatori” che hanno diritto di accedere a contenuti del motore di ricerca e che quindi superano quelli del sito danneggiato. Proprio in questo modo si concluse la disputa contro Google: primo stadio di processo a favore di Perfect 10 che sarebbe la vittima; ricorso da parte di Google: la sentenza si ribalta a suo favore.
Ci sono tutti gli indizi per pensare che anche questa volta finirà così… O forse no?
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